Qualche giorno fa, insieme a Torquitax, ho avuto occasione di trascorrere una delle serate più divertenti degli ultimi mesi. Ispirata dal post di Bianca, ho deciso di condividere con voi le matte risate che mi sono fatta. Premessa: dovete sapere che Torquitax mi sta gradualmente istruendo un sacco sulla cultura tedesca, un po’ facendomi da guida turistica in giro per Monaco, un po’ segnalandomi i posti più succulenti in cui andare – si veda libreria multi-piano Hugendubel – e un po’ prestandomi i DVD dei film che hanno fatto, ognuno a suo modo, la storia del cinema tedesco. Uno di questi è quello che sto per andare a recensire, ossia Drei Haselnüsse für Aschenbrödel (Tre Nocciole per Cenerentola). Il film risale al 1973 ed è frutto di una cooperazione tra la ex DDR e la ex URSS. Tale Václav Vorlíček è il genio che si è occupato della regia di questo piccolo capolavoro. La storia è un mischione tra il classico racconto di Cenerentola come noi lo conosciamo, con la scarpetta in vetro (co-mo-dis-si-ma) e tutto, e contaminazioni varie da altre fiabe, nella quali la protagonista riceve in dono 3 nocciole fatate, per ognuna delle quali potrà esprimere un desiderio. Nel caso di Aschenbrödel, la ragazza riceve un vestito diverso per ciascuna delle difficili situazioni in cui si trova; tramite questo, ella riesce di volta in volta a pararsi ottimamente il didietro e ad uscire vittoriosa dal vicolo cieco in cui si trova. Unico dettaglio: i vestiti sembrano quelli acquistati all’Ipercoop nella sezione “Carnevale” allestita tipicamente in febbraio: cuciti – male – in Cina con materiali di quarta dai colori indefinibili, ma venduti allegramente in Occidente per 35 euro a botta. Si vede che la produzione comunista dell’epoca mirava al risparmio. E va beh, chiudiamo un occhio e facciamo finta che dalla noce, chiaramente in plastica ed anche questa acquistata ai grandi magazzini, emergano ogni volta meravigliosi capi di broccato e seta.
Il film è ambientato da qualche parte in pieno inverno: il paesaggio è infatti ricoperto di neve in ogni angolo. Aschenbrödel però se ne va in giro spavalda, affrontando il gelo siberiano, ricoperta soltanto da una striminzita pelle di pecora dall’aria assai consunta, che, in condizioni normali, avrebbe dovuto provocare la polmonite a chiunque. Ma lei niente: incurante di tutto, compresa la matrigna-scorfano che la tratta a pesci in faccia, se ne va in giro cantando gioiosa con i passerotti, come nelle migliori tradizioni delle protagoniste delle favole, che riescono ad avere il cuor contento anche se vittimizzate da una stronza e a noi ci fanno tanto arrabbiare, perchè non si capisce come fanno a non essere invece depressissime. Dunque Aschenbrödel, durante una delle sue scampagnate all’aperto in pelle di pecora, incontra lui: lui Prince Charming, lui l’eletto, lui l’uomo del suo cuore (e guarda caso è proprio il principe del regno, mai il maniscalco o il figlio del fruttarolo, no). E qui casca subito l’asino. Cioè, bisogna che mi facciate capire come ci si possa innamorare istantaneamente di un tipo in calzamaglia colorata, col caschetto da femmina e la faccia da lesso. Ma chiudiamo anche l’altro occhio e andiamo avanti con la visione del film. Aschen che cosa fa? Apre una delle noci magiche e si traveste anche lei da lessa, con calzamaglia cheap e parrucca a caschetto in testa. Per conquistare il suo principe, ovvio, si mette sulla sua stessa lunghezza d’onda. Va bene che adesso i leggings sono tornati di moda, ma quelli del film sono veramente da catalogo Postalmarket della stagione scorsa! Anzi, scusate. Mi devo ricredere…il paio metà arancione e metà bianco con le ghiande a stampa è, o era, il must-have della collezione autunno inverno 1234-1235. Un vero maipiusenza, un pezzo originale che non può mancare nell’armadio di ogni giovine che si voglia sentire fashion.
In ogni caso, tornando al principe, si può dire che lungo tutto il film egli si comporti per lo più da coglione. In pratica resta passivo e inerte die ganze Zeit senza fare un emerito piffero e aspettando che Aschen faccia tutto, pure chiedergli di uscire la prima volta. Ecchecavolo! Fai qualcosa, no? Approcciala, invitala a ballare, mettile una mano sul sedere, che ne so. Ma lui, no, vi assicuro: la guarda con l’occhio da merluzzo, ma non prende l’iniziativa e si aspetta invece che gli cada la mela in bocca; o la gnocca tra le braccia. No, non ci siamo proprio: questo film trasmette l’immagine dell’uomo inibito, poco virile, scoraggiato dalla donna manager di se stessa ed aggressiva. Non va bene. Ci vorrebbe una bella rivisitazione in chiave moderna. Pazienza, prendiamo il film così com’è – a questo punto lo spettatore più arguto ha già capito che non può pretendere troppo – e gustiamocelo ed apprezziamone i momenti più alti. Primo: la danza di uno degli amici del principe sempre in calzamaglia, che potrebbe equivalere a un nostro momento odierno al disco-pub, dove lui però sembra nè più nè meno che Platinette, a causa delle movenze apertamente da drag queen. Contento tu. E secondo: il momento di massima comicità del film, l’attimo clou, il secondo che dà un significato più profondo all’intera storia: uno dei paggi servitori, in un momento di totale concitatezza in cui tutti corrono a destra e a sinistra alla massima velocità, inciampa e cade. E il collega che cosa fa, invece di dargli una mano a rialzarsi? Nel giro di un nanosecondo, senza pensarci troppo, con spontaneitá e naturalezza, gli molla una sberla in testa! Così, per simpatia! E poi via che prosegue a culo dritto per la sua strada, col tipuz a terra che cerca di capire che caspita è appena successo. Cioè, ma scusa! Io e Torquitax a questo punto del film ci stavamo rotolando sul tappeto per le risate e abbiamo intitolato questo momento ilare “I Corti di Aschenbrödel”. Il film prosegue tra diverse altre amenitá e momenti magici, che però non vi svelo, preferendo lasciarvi il gusto di scoprirli eventualmente da voi.
Insomma, cari lettori, dalla descrizione di cui sopra avrete capito che questo film va assolutamente visto. Pare che in Germania abbia spopolato e sia adorato dalle folle: bisogna guardalo per farsi un’idea della mentalità tedesca! In film come questi risiede il segreto per capire tutto un popolo.
E voi che film avete visto che consigliereste assolutamente a qualcuno che vuole comprendere la cultura di altre genti? Vi prego, fatemi sognare, date una svolta ai miei sabati sera: fatemi il nome di un imperdibile capolavoro straniero!
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