Confesso: sono freddolosa. Se esistesse una classifica delle persone più freddolose del pianeta, sarei tra le prime venti. Venti su sette miliardi: non è male. Questo significa che sono capace di lamentarmi del freddo persino in afose notti d’agosto nella più afosa fra le città dell’afosissima pianura padana. Beh d’altronde di notte, lo ammetterete, fa sempre un poco più freschino che di giorno.
In ogni caso, considerato quanto appena detto, questa era il quadro di me stessa, appena arrivata in Germania nel 2010:
Agosto – ammazza che estate fredda qua! E adesso dove le metto tutte le canottierine, i vestitini, le gonnelline…? Ma come faranno i tedeschi con così poco sole a sopravvivere?
Settembre – Già l’autunno? Ma che freddo, e io che speravo di utilizzare il trenchino leggero. Altro che trenchino, qua ci vuole di corsa un piumone imbottito nuovo di zecca. E speriamo che basti.
Ottobre – Mi domando se arriverò viva alla primavera. Forse è il caso di acquistare in fretta qualche canottiera di lana da usare come base ogni mattina per un abbigliamento anti-gelo di sicuro successo.
Novembre – Credo sia opportuno iscrivere la Germania al concorso “La nazione più fredda del pianeta” di Helskinki 2011. Non sento più le dita dei piedi. Mai. E per la notte meglio provvedersi di uno scaldotto elettrico di quelli a lunga durata da mettere sotto al doppio piumone d’oca e alla copertona di flanella.
Dicembre – Oddio come posso ora affrontare il percorso macchina-ingresso del mio luogo di lavoro, che ammonta a ben sette metri all’aria aperta? Farei meglio a chiedere il permesso per lavorare direttamente dal parcheggio, così evito di dover scendere dalla macchina.
Gennaio – Ora con canottiera di lana a maniche lunghe, maglia pesante, maglione, pantaloni imbottiti, due paia di calze, giacca a vento per scalare le vette tibetane, cappello di lana, sciarpone di Fantozzi,guanti antigelo, scarpe impermeabili foderate di pelo, va un pochettino meglio.
Febbraio – però quando tira il vento, forse non basta…
Marzo – vedo la morte in faccia
Aprile – forse ricomincio vagamente a sbrinarmi.
Oggi, due anni dopo, una mattina autunnale qualunque:
– Uh stamattina ci sono 4 gradi, che bel teporino. Eh siamo proprio fortunati che il gran freddo non è ancora arrivato. Certo con sto maglione rischio di crepare di caldo, magari mi cambio e mi metto una camicia a maniche corte o il vestitino estivo con un cardiganino di cotone sopra. Anche il giubbotto lo lascio aperto o schiatto. Guanti? Ma facciamo senza, che tanto… Il cappello mi fa la cappa di calore in testa, lo lascio a casa, che seno mi viene da grattarmi lo scalpo. Ah che meraviglia, che calduccio, ma come fanno a dire che la Germania è un paese freddo poi? Sono quei misteri che rimarranno irrisolti per tutta l’eternità.
Conclusione: ci si abitua a tutto.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.